La soggettività alla TARI degli agriturismi
Con la recente Sentenza n. 1162/2019 del Consiglio di Stato, sembrerebbe essere stato fissato qualche punto fermo in merito alla tassazione dell’agriturismo, dopo che, un po’ per le lacune normative (il decreto sul c.d. metodo normalizzato non cataloga tali strutture tra le utenze) un po’ per la giungla giurisprudenziale tributaria di merito, tanti enti locali si sono trovati spiazzati ed a rischio inesigibilità dell’entrata associata alla raccolta dei rifiuti. Secondo la sezione V di Palazzo Spada, risulterebbe illegittima un’automatica assimilazione dell’agriturismo agli alberghi ai fini TARI, con conseguente immotivata inclusione nella categoria tariffaria di questi ultimi. Con la decisione in questione, sempre nel rispetto della discrezionalità regolamentare del Comune, viene riconosciuta la possibilità dell’ente di istituire una o più sottocategorie, facendo leva sulla facoltà di prevedere riduzioni ai sensi dell’articolo 1 commi 659 e 660 Legge n. 147/2013. Pertanto, alla luce della Sentenza in commento, sarebbe legittima la previsione regolamentare di una riduzione percentuale a favore delle strutture ricettive e di ristorazione connesse ad attività agrituristiche, associandole alle categorie tariffarie più similari, quali quelle tipiche dei ristoranti o degli alberghi con ristorazione o alberghi senza ristorazione. Naturalmente, l’iniziativa locale dovrà tenere conto delle particolari limitazioni operative a cui sono sottoposte […]
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